Fiocco rosa shocking

Un colpo secco di reni e
unghé unghé unghé – l’ennesima
femmina traboccò la caraffa
già esaurita fino all’orlo.
Da allora, ancora gronda – povera Stella
ingorda e santa di baci
col ricatto d’appartenenza sulla bocca.
La colpa di essere l’ultima goccia
non l’asciughi neanche con la pelle di daino.
Forse, soltanto col borotalco.

Doppia mandata

Fuori sembra tutto così perfetto
che ad allungare la mano
pare di sciupare persino il vento
e le parole giuste degli altri
che ce la fanno a dire di sé
con la voce che parla
e dice che vogliono
che fanno
che sono. Sanno chi sono io
molto meglio di me
e hanno persino le risposte
alle cose che non ho mai capito
compreso sparare con gli indici
sulle mie serrature.

Registro di tempo

Dentro un giorno qualunque
fu fatto l’appello
delle cose presenti
tutte in perfetto ordine alfabetico.
Chiamarono la prima, chiamarono Amore
e Amore non rispose.
Fu tanto il rammarico delle altre
che nessuna usò la voce.
Risposero appena
con un cenno fragile
della mano.

Una pesca miracolosa

Scusami se ti penso, mio amore grande
ma ti sono venuta a cercare
pescando indietro nelle ore
e ti ho trovato accartocciato
in un angolo del mio sonno.

Stavi come un bambino che non è ancora nato
mio amore
e ti facevo le carezze con le dita
fragile come eri
                e fragile come ero.

Ho visto la stessa faccia di ieri
lo stesso sorriso
e mi guardavi negli occhi
come mi guardavi a quel tempo
quando facevamo l’amore dei castelli.
E tu mi amavi come ti amavo io
con lo stesso tutto che potevamo.

Ti prego non volermene
mio amore grande
perdonami se ti ho trovato:
so bene che ti eri nascosto come meglio
non potevi
ma avevo bisogno di amare l’amore
almeno qualche minuto
come non è mai più stato.

Ufficio parole smarrite

Questa volta
sarò spietata più del solito.
Non avrò pena alcuna per le parole
né sogni a redimermi
divagando cosa non È.
Non guarderò che nelle tasche
dentro i cassetti – nel freezer
e gli specchi – tutti gli specchi
che posso

per capire cosa resta
dopo un inventario.
E guarderò in faccia le ore
tutte
certa di trovarvi il nome che
hanno le cose che mancano.

Hair style

Certe abitudini
hanno la piega addomesticata
della tristezza.
Così ho dato un taglio
lasciando libero il resto
alle metereopatie del vento.

Non avendo più forze
che per l’essenziale.

In amore

In amore le cose schiumano
e diventano effervescenti
e quelli che stanno in amore
sono sempre più belli del loro solito
e restano gentili
persino all’indifferenza.
Sanno contare fino a un milione di milione
e fanno le cose incredibili nell’aria
degli acrobati.
Io, invece, ho i capelli un po’ impagliati
e non so più scrivere col dito sopra i vetri ghiacciati!

Addirittura, ho dimenticato
come si fanno le capriole dentro i sogni

… perché io, in amore,
in amore,
è già da un po’ che non ci sto più
e mi si sta facendo
la bocca storta dell’assenza.
E  il nome. Anche se io lo so
che l’amore, in amore,
è soltanto una piccola bugia.

Levissima

levissimaNon si creda che l’acqua non sappia.
Annuisce, certo
come perdona, del resto, le dighe
e gli argini e tutti i vetri
a contenere.
E si dispiace moltissimo
per tutte le volte che deve vestire una forma
che non le rassomiglia
soltanto perché anche sulla sete
si vuole mettere un’etichetta.

Il vento con le sorprese in tasca

Certe volte non lo so dove sta la tramontana
e mi perdo l’aquilone dentro le nuvole.
Succedeva anche prima, solo che quando era ieri,
me lo piangevo di brutto il mio aquilone
che andava e si perdeva. Forse moriva.
Oggi, risparmio l’acqua, faccio il segno della rondine
sul petto. E sogno un altro vento.
Dentro l’altro vento, ancora.

Troppe cose si chiamano Marilyn

Io, le mosche, non le sopporto proprio.
ma mica le uccido, io, le mosche.
Se lo facessi, ognuna di loro
diverrebbe una Marylin, Lady D.,
o Grace Kelly, persino.
Io, le mosche, le faccio vivere
fino a diventare vecchie
da non avere più ali da sbattere e
bocche di zucchero, da girovagare
ingorde. Perché io, le mosche
non le sopporto proprio.

Senza forze per essere noia

Quando mi annoio, sbadiglio e ho fame
e mangio le unghie, i dolci
mi si cariano i denti, ingrasso
e ho tutte le mani rovinate dalla noia
Così, busso alla vicina che mi sta sulle palle
e le dico del tempo che se piove
è un casino pazzesco per il bucato
e mi risponde che sono ingrassata,
che non c’entra nulla, lo so, e così imparo, io, ad annoiarmi,
che poi, mi sento sola e mancano le parole e cerco occhi,
occhi in cui annegare la noia.
E li cerco belli, a specchio
così la noia se ne va a fanculo per un po’
e io sto bene.
Almeno fino a quando, quegli occhi
non annegano me, come se io stessa,
fossi il prolungamento della noia,
la sua coda. O sua figlia, perché no?!
E’ sempre colpa della noia
se non sono felice e vorrei essere un animale
perché gli animali non hanno la tv
vuol dire che non si annoiano
che se si annoiassero,
pure loro metterebbero cravatte
e si inventerebbero le favole
da raccontare ai bambini dei serpenti
e le serpentesse andrebbero a farsi pelo
anche se il pelo non ce l’hanno.
E’ per questo che pur di non annoiarmi
io faccio cose da pazzi
perché la noia è un buco enorme
che se ci cadi, finisce il mondo
e finisce il cielo e tutti i pianeti
le stelle e le comete. Compreso i sogni.
Finisce tutto, così come è iniziato
e Dio finì in quel buco zeppo di niente
solo e annoiato da fare paura
e allora prese Big e prese Bang e
fece BUM.

Parola di Cassandra

So bene che non mi crederà nessuno
ma io l’ho visto qualcuno che sparava
da una finestra, sugli uccelli.
E lo faceva di nascosto, dietro le tende,
sparava con la sua ombra
il volo di qualcuno.
E io lo so, lo so bene, che non mi crederà nessuno
se spiego perché sto correndo forte,
più forte che posso
intanto che quello ancora spara
e le tende ridono insieme alle sue spalle
in su e in giù, con la primavera che muore,
e me col fiato corto, che corro e
non posso, non posso proprio,
raccontarlo a nessuno.

Naturamorta Live – Dal 30 Ott. al 28 Nov.

Naturamorte Live Locandina

Si inaugura sabato 30 ottobre alle ore 19.00 la mostra Naturamorta Live, a cura di Gianmichele Arrivo, Sara Liuzzi e Guglielmo Greco, presso la galleria d’arte contemporanea Co.61 – Grottaglie (TA) – via paritaro 61

La mostra intende affrontare, il tema della natura morta, sradicata dalla sua comune accezione e messa in discussione nell’era contemporanea e multimediale.
La rassegna, che presenta un sorprendente connubio tra poesia, video, installazione, cortometraggio e fotografia, vuole essere uno spunto di riflessione, un incontro, un modo per far dialogare poetiche individuali e fortemente caratterizzanti.

Artisti in mostra:
Francesca Pellegrino (Poesia)
Paola Aloisio (Foto-Video)
Silvia Ranchicchio (Scultura/Installazione)
Francesco Caradonna (Fotografia e Cortometraggio).

CHERNOBYLOVE in libreria

Chernobylove- il giorno dopo il vento” – è presente presso le seguenti librerie:

Napoli
– Libreria Ubik – via Benedetto Croce, 28

Palermo
– Libreria Modusvivendi – via Quintino Sella, 79

Taranto
– Libreria Dickens – Via Medaglie D’oro, 129
– Libreria Gilgamesh – Taranto – Via Oberdan, 45
– Libreria Filippi – via Nitti, 8/c

Trani (BA)– Libreria La Maria del Porto – Via Statuti Marittimi, 42