Ninnanannami

Mi sbadiglia il profilo un respiro avventato
a malapena buio d’iride, vedo
vedo tracce di persiane spiare la poco più che ombra,
vedo buio
e basta

– non escludo parentesi aperte
nella stanza –

E tu, tracciami in coordinate sul cuore e
ninnanannami,
fallo adesso spingendo voli di viole stinte
su per le pareti e quadri che non dicono
domani.

E poi, dimmi se li vedi questi fiori imbalsamati
sentinelle sulle tegole assonnate
sogno dispari di petali
e m’ama non m’ama

– un solo sorso d’acqua per favore
(per favore) –

che non hai mai visto sete
e sono sabbia sdraiata e maledetta
ed intorno
solo
sole
sola
.io

Pubblicato da Francesca Pellegrino

Francesca Pellegrino nasce il 5 novembre del 1974 a Taranto, dove tuttora vive, scrive e sogna e fintanto che sogna alcune cose sono accadute. Ha un figlio, un sogno vivo e bellissimo che si chiama Luca – LucaDeiMieiOcchi, un mutuo e un lavoro che si è inventata per sbarcare lune e altre galassie e che si chiama “Melasogno”. Ma procediamo per tappe, senza prenderla tanto per lunghe, che il coraggio, si sa, è una questione di sintesi: Nel 2006, entra a fare parte del wikismo (wikipoesia), curato da Andrea Galli e Carlo Trotta, dove pubblica “La felicità è una piccola cosa” (vol. 2 della wiki poesia) e partecipa come co-curatrice del vol. 3 “Le solitudini di Aradollo”. E’ finalista per la seconda edizione del premio letterario IoScrivo di Giulio Perrone Editore. Nel 2008 è autrice selezionata per la collana promozionale “Donne in poesia” curata e promossa da Elisa Davoglio, con l’Enunciato. Nel 2009 è finalista alla sesta edizione del Premio Turoldo. Pubblica “Dimentico sempre di dare l’acqua ai sogni” (editrice Kimerik) e “Niente di personale”, il n° 16 della Collana Samizdat per la Biblioteca Clandestina Errabonda. E’ presente su riviste letterarie, quali “La Clessidra” di Joker Editore e “La Mosca di Milano” di La Vita Felice. E’ presente su riviste letterarie internazionali, quali “Journal of Italian Translation” , “Gradiva” di New York e altre, con una selezione di testi di Dimentico sempre di dare l’acqua ai sogni, tradotti da Emanuele di Pasquale. Nel 2010 pubblica "CHERNOBYLOVE - il giorno dopo il vento" (editrice Kimerik)., Inaugura la videoproiezione “Natura morta live” (Galleria di Arte Contemporanea Co.61), con la fotografia di Paola Aloisio. Nel 2014 è vincitrice del premio nazionale “Certamen Poeticum Apollinare 2014 - I Edizione”, organizzato dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, con il suo libro “CHERNOBYLOVE - il giorno dopo il vento". Pubblica “CHERNOBYLOVE – The Day After the Wind” (Chelsea Editions – New York) un volume che raccoglie una selezione di poesie pubblicate dal 2008 al 2010 – traduzioni a cura di Adria Bernardi. Nel 2015 pubblica per Edit@ Casa Editrice e Libraria il suo nuovo volume intitolato 'Tutte le Lucciole vennero al pettine', un monologo tra mille parti del sé che si disputano ragioni, colpe e consensi fino a trovare una pace di consistenza esistenziale. È autrice selezionata dalla redazione di Rai 1 per la realizzazione di un video trasmesso per Tv7 - approfondimento settimanale del Tg1 - con la poesia 'L'ebanista'.

8 Risposte a “Ninnanannami”

  1. Un omaggio a te e alle tue meditazioni che mi affascinano ogni volta…

    Fatica mentale

    E’ guardare tutto con gli occhi della demolizione
    questo fare e disfare prettamente umano.
    Lontano da quel regolamento minuzioso
    che costringe alla sopportazione del vivere,
    del viversi intorno, fiato a fiato,
    nessuno osa inoltrarsi col pensiero,
    che per lo più fa fatica, non altro,
    fatica mentale.

    Ed è ancora perdersi oltremodo e smisuratamente:
    sacrificio d’anima gratuito, scellerato.

    Sprovveduta lentezza dell’impugnazione della vita,
    risolviti…
    o astraiti dall’essere!

    Accendi la tv, guardati in giro per strada…
    vedi come l’uomo diventa sempre più bello
    ma sempre più animale? …un bell’animale…

    E’ quella la fatica mentale,
    quella del non impegno,
    della non concentrazione,
    del lasciarsi andare
    ad attendere che la vita da sola
    disegni sopra di noi una bella immagine,
    begli effetti ottici che ingannino il tempo,
    l’ubbia d’invecchiare e gli occhi degli altri…
    Che mani leste han questi volti a manomettere
    per far sembrare, per far credere…
    senza muovere un dito alla meditazione…
    …che fatica la meditazione…eppure l’unica via d’uscita in questa vita a forma di labirinto…

    Ma c’è un muro massiccio eretto di fronte alla meditazione,
    sempre più alto e spesso, sempre più invalicabile.

    Ed io, giovane vecchio perso nel sociale
    che mi perito a scrivere di sedicenti precetti morali,
    mi sento già al di là del muro;

    triste.

    Federico

  2. grande Francesca…finalmente t’ho trovata,è bello rileggerti.

    baciuzzi

    Ale (Père Jules)

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