Mine

Dentro questo adesso, lontana me
ho incollato un lucido sul vetro
e ho ricalcato il contrario
di quel che arriva luce del mondo

con la mia H3 dura e temperata benissimo.

Ciao

se poi non se ne fa più niente
e questo cielo frantumasse nuvole
credimi che i sogni lo sanno lo stesso
e, ciao, io torno fra poco, è stato bellissimo andare
l’amore ha sempre una mano sulla quale trovarci a viso scoperto
e gambe che rubano un pezzo di notte
ancora ti dico che
ciao, non volevo, ma a volte si torna, restando
la luna e quell’ultimo bacio ha il sapore del sale
e mastico parole sbagliate
ingoiando l’affanno che lascia la notte sul seno
e non dirmi che basta un ricordo
se queste sono mani bucate di sogni, considera che
ciao, non ho più nulla da darti e sospiro
fingendo che queste siano soltanto le ore che vanno al contrario di noi
cercandoci il posto in cui stare e ormai
ciao non è mai stato altro
che il vento più bello dove abitare l’amore, questo
e non è mai stato l’addio, questo – ciao –
ci vediamo domani, al solito posto – fai presto
sono quella che vedi sostare silenzi
amando soltanto.

(maggio 2008)

Addition

Questo succede
a stare in mezzo alle mele.
Soffro di una naturale inclinazione
all’esagerazione: se devo un euro
a qualcuno o a qualcosa
ne rendo minimo due
e peso almeno un paio di chili in più
tutte le parole che spendo.
Se poi, c’è da pagare il costo
di una felicità, ho le mani bucate.
Per questo ho pagato doppio, almeno
tutte le libertà che governo oggi.
Compreso gli interessi passivi
e la mora.

Incontri

Ci conoscemmo nell’istante dell’addio.
Tu eri la foce. Io, la sete
amara di sabbia. Vera di sole
alle labbra.

Fu soltanto uno scambio di occhi
veloce come una palpebra.
e poi, il silenzio distante del mai.
Disperato come un grido mai stato.

.

Dentro una casa
eppure senza.
Come se mancasse
qualcosa di compiuto
ed essenziale.
Abitando il vuoto
di te, nel frattempo che
di frattaglie d’ossa fragili
sarà piena l’attesa.

Previsioni

Il meteo raccomanda ombre.
Dice che nelle prossime ore
accadrà l’estate e poi sole
sole e sole.
Io, senza alcuna fretta
riporrò con cura
lo scheletro di questo amore
nel mio armadio
su di una gruccia
e naftalina alla lavanda.
basterà chiudere gli occhi
ed un respiro a trattenere

ogni qualvolta che.
ogni qualvolta

I fantasmi non muoiono mai

I fantasmi tornarono a galla
tutti nella bocca
in perfetto ordine inverso.
Dal più acerbo al più acido.
Fino ai fiori gialli. Ai fiori.

C’era una volta quel che non fu mai
girandole di vento sotto la finestra accesa.
Gli occhi già ruotavano da un pezzo
ma non se lo figurava nessuno
perché i sorrisi c’erano
e la voce c’era.
E anche la sembianza

quella che convinceva
più di ogni sua parola.
Più di ogni sua bugia.

Un soffio d'indice sulle labbra schiuse

Le cose sono più complicate
di quel che pensi.
Non sono le api, certamente.
Vedi, quelle vanno solo ai fiori.
nessuna relazione, quindi,
nessuna.
Non sono neanche le perle
sebbene, quelle, non si regalino mai. Mai.
E il regalo fu fatto. È innegabile.
Ma è solo un appiglio.
Forse sono i sogni. Forse il silenzio.
Forse il … (shhhh)

Non chiedete mai che ora è ad un poeta

Sono le ore di adesso
che il sole cuoce i girasoli
e  t u t t o v a b e n e
Mentirei se dicessi
che nutro ancora speranze
per le fragole: non c’è tempo che tenga.
Invece, mento alla menta
quando le giuro il freddo
per tutta la vita
fintanto che chiudo lo sportello
del frigo.
Ché il calendario non fa sconti
a nessuno.
Figuriamoci credito.

CHERNOBYLOVE – The Day After the Wind

Selected Poems 2008-2010

Chernobylove
The Day after the Wind

di Francesca Pellegrino
Selected Poems 2008-2010

Selected, edited & translated by Adria Bernardi

Fotografia di copertina: SOFFIO di Paola Aloisio

Paperback, 283 pages – ISBN 978-0-9884787-7-0

$20

http://www.chelseaeditionsbooks.org/Pellegrino.htm


FRANCESCA PELLEGRINO was born in Taranto, Italy, where she currently lives. Her works include a chapbook, L’Enunciato/ Enunciation(Libraria Padovana Editrice), published in the series Donne in poesia in 2008, Dimentico sempre di dare l’acqua ai sogni / I Always Forget to Water the Dreams (Kimerik 2009) and Niente di personale / Nothing Personal (Samiszdat 2009). Chernobylove  II giorno dopo il ventappeared in 2010 (Kimerik). Selections from all four of these works are included in the present Chelsea collection. Her work has appeared in various literary magazines, including La Clessidra (Joker Editore) and La Mosca di Milano (La Vita Felice); translations of her poems by Emanuele di Pasquale have appeared in Journal of Italian Translation and Gradiva. In 2011, she organized a poetry exhibition, Sezioni, as well as a multimedia exhibition, Naturamorta live, in Grottaglie, Taranto. She is a coordinator of the literary magazine LibrAria.

ADRIA BERNARDI received the 2007 Raiziss/de Palchi Translation Award of the American Academy of Poets for Small Talk, a translation of poetry written in the romagnole dialect by the Italian poet Raffaello Baldini. She has also translated Siren’s Song, prose and poetry of Rinaldo CaddeoAdventures in Africa, a work of nonfiction by Gianni Celati; and the poetry of Italian screenwriter Tonino Guerra in the collectionAbandoned Places. She is the author of the novels Openwork (Southern Methodist University Press, 2007) and The Day Laid on the Altar(University Press of New England, 1999), which was awarded the Bakeless Fiction Prize, and a collection of short stories, In the Gathering Woods, (winner of the Drue Heinz Prize, University of Pittsburgh Press, 2000). She is also the author of an oral history, Houses with Names: The Italian Immigrants of Highwood, Illinois (University of Illinois Press, 2000). She has taught at the Warren Wilson MFA Program for Writers and at Clark University in Worcester, Massachusetts.


“Remarkable for a compression of form and the multiplicity of meanings that emanates from those few short lines, the poems of Francesca Pellegrino survey and inhabit a terrain that is contemporary Italy – its excesses and its silences, as well as the internal and external pressures, particularly those upon women, of those who live internal lives while actively navigating an external, contemporary world. Each collection reflects and has traveled in tandem with a course of a wider cultural crisis; on one level we can read these poems as externalized versions of today’s headlines – the economic and financial crises of Italy and the corruption of its institutions.”

~ from the Translator’s Note by Adria Bernardi 



REVIEWS

“Direct, ironic, ferocious; possessing the terse and flexible musculature of those who practice jiu jitsu.”

Alfredo de Palchi

“If you look at each single word, you’ll find a flinch in it, a sudden nervous twitch that makes it new and gives it a forcefulness all its own.”

~ Gianmario Lucini 

“Francesca Pellegrino’s poetry gives voice to the things great-and-small that, even in absentia, delineate existence and its not-always luminous outlines.”

~ Teresa Ferri

“Francesca Pellegrino continues along an introspective course – from that which was, to that which is – self-investigating and tirelessly delving deeper.”

~ Raimondo Venturiello


Selections

From Chernobylove:
The Day After the Wind

From Dimentico sempre di dare l’acqua ai sogni I Always Forget to Water the Dreams

Stars

Siamo quello che siamo
macerie di decenza.
Alla fine
c’è soltanto un unico sole
e ogni tanto qualche pianeta
qualche piccolo stupidissimo pianeta
che ci si illumina e
s’improvvisa stella .o poeta.
Del resto
anche Hitler suonava il violino.

Stars

We are what we are
respectable stone heaps.
In the end
there’s only one sun
and every so often some planet
some small stupid planet
that illuminates us and
extemporizes into star .o poet.
As for the rest
even Hitler played the violin.


From Chernobylove – II giorno dopo il vento /
Chernobylove: The Day After the Wind

Chanel n. 5

Non sono soltanto rimasta
io son anche il resto di ieri
quando sembrava tutto troppo facile.
Di contro, poi
I baci hanno dismesso le labbra
e se ne stanno appesi all’invisibile.
Irriverenti. Immaginando
il profumo degli scheletri
dopo le tempeste.

Chanel No. 5

I am not only what lingers
I am also what remains of a yesterday
when it all seemed too easy.
By contrast, afterwards
kisses shed lips
and remained suspended in air. Invisible.
Edgy. Imagining
the perfume of skeletons
following tempests.

Simmenthal

Il giro
è lo stesso di sempre:
arrivo fino alla fine del giorno
e torno indietro.
In mezzo ci sta la solita farmacia
un negozio di scarpe
ed il macellaio – che si chiederà ormai
che fine abbia fatto l’amore
dalle mie mani.
E intanto abbassa la saracinesca.

SPAM

It’s always
the same routine:
I almost reach the end of the day
and start over.
In the middle,
there’s the same pharmacy
a shoe store
and the butcher – who’ll now wonder
how love turned out
in my hands
as he’s lowering the shutter.

Alkaseltzer

Mi sembrava di stare sopra i vetri con le parole.
Per questo ho preferito tacere
masticando una chewingum arrotolata in tasca
contro la dimenticanza.
Inutile dire che dentro fosse guerra aperta
e che quel silenzio me lo ritrovavo in bocca
come qualcosa che non hai digerito bene
la sera prima e
che ti fa il cuore piccolo la mattina sugli occhi.

Alka-Seltzer

It seemed I was on glass with words.
For this reason I preferred to be remain silent
chewing a piece of gum wadded up in my pocket
so as not to forget.
There’s no point in saying inside it was open war
and that I discovered that silence in my mouth
in the form of something you had not digested well
the previous evening and
which in the morning leaves your heart a miniature on the eyes.

Una guerra

C’è una bomba che può scoppiare
da un silenzio all’altro
improvvisamente
e non so se riuscirò a govenare
tutto quel buio, dopo. O quella luce.

A war

Between one silence and another
there’s a bomb that can explode
unexpectedly
and I don’t know if I will succeed in managing
all that darkness, afterwards. Or that light.

http://www.chelseaeditionsbooks.org/Pellegrino.htm

Apnea

Certe volte e se mi fermo
quando sto in mezzo alle ore e
le cose mi passano su ogni latitudine
dello sguardo
ma non ti toccano

quelle volte lì
che il tutto che sei
è dall’altra parte del mio diametro
inarrivabile

chiudo gli occhi e ti cerco
e ti trovo e ti trattengo
col respiro, dentro.
Come le cose invisibili che restano.

Impronunciabile

Quando sarò arrivata a casa
avrò aperta la porta
spogliato tutti gli abiti
mangiata l’ennesima cena
evitato con cura lo sguardo allo specchio
lavata la bocca, ché finita sarà, la sera
continuerò quel sogno incompiuto
Che sogno da sempre
e che porta il tuo nome.
Impronunciabile

Non sono una libellula

Il portone dove abito è pieno di libellule.
cioè, credo che siano libellule
perché ho cercato le immagini su google delle libellule
e quelle cose che svolazzano nel mio portone
sembrano proprio tali e quali.
Soltanto che quelle mie, a guardarle bene,
non hanno tutte quelle ali
ma ho pensato che sia per via della città
o del cemento, perché il cemento toglie l’aria
e l’asfalto non asciuga l’acqua
come fa la cielo delle libellule con mille ali.
Così, ho deciso che anche le mie libellule senza tante ali
sono molto belle, anzi,
sono più belle di quelle di google col cielo bello
perché le mie, sono libellule che hanno paura,
paura di trovare la ruggine nell’aria
e di perdere quelle poche ali che hanno
che rassomigliano alle ali di una zanzara,
anzi, le mie libellule sembrano zanzare gigantesche
e queste ultime le conosco bene, io!
perché ho il sangue dolce e quando è d’estate
mi si appiccicano ingorde sulla pelle
fino a morire sazie in qualche angolo della casa.
Ed io non sto più nella pelle per le bolle
e faccio croci con gli stracci d’unghia che ho
e faccio croci, perché mi hanno detto che dopo le croci
il dolore non brucia più. Mica è vero, però
ma io le croci le faccio lo stesso, perché non si sa mai
e magari porta anche bene
e le mie libellule senza tante ali
magari non sono zanzare, ma libellule vere
col cielo che asciuga l’acqua e fa i fiori belli.
E se le mie, sono libellule vere
allora io, io non sono quella che non può più.
L’amore

EDEN

Che quando mi guardi il cervello
io vengo. di moltitudine certezza.
impallidendo respiri. facce a specchio
e il nome sopra e vuoti occhi 
abbracciando pelle
tutta fiordi e pulsa. un respiro dietro
il buco nero. stelle sbagliate.
ma stessa scapola.

Manca il coraggio di mettere un punto

Era stanca persino la notte
dentro il tungsteno acceso
che blaterava
le solite distanze oscene
per questo amore di vetro
che non si può fare

Tanto che gli occhi frugavano un riparo
misero misero
tra le fughe del pavimento
Così, da non lasciarsi sciupare dal freddo

E mi sorprendesti a consumare di varechina
il tuo nome, dalla mia bocca
fintanto che calavano i sipari di velluto
di questa ennesima
prima ed ultima volta

Come qualcosa che non merita di essere al mondo

Eppure, a tenere bene aperto il cuore
si poteva ancora sentire fortissimo
l’odore nudo della rugiada

Una foglia di fico, almeno una, please.

Quando mi sono ritrovata sola
non ero solo nuda
come un verme nudo sulla terra nuda

ma
non avevo braccia
come un verme senza braccia che annaspa

e non avevo bocca
come un verme senza bocca che non parla

e non avevo gambe
come un verme senza gambe che striscia

e non avevo amore
come un verme senza amore che trema.

Vinilica

In totale assenza di vento
e di pioggia
o di ogni altra diavoleria del cielo
si direbbe intera tutta la (di me)
figura.
Nessuna crepa arriva agli occhi.
Nessuna mano di smalto.
Niente di niente.
E appaio illesa. E forte. E
anche bellissima. Come una cosa vera.
L’altra misura di protezione
forse la più efficace
è quella di evitare con tutto lo zelo possibile
l’intento indiscreto dei presenti
che intendessero scrutare gli occhi.
Non si DEVE assolutamente insistere
su quelli.

Altrimenti, finanche in assenza di vento
o di pioggia
o di qualsivoglia diavoleria del cielo,
franerebbero in un istante tutte le (di me)
impalcature.
Da quelle castane a quelle rosse.
Senza pietà neppure per ciglia,
per il pelo arrogante sotto il mento,
per la voce a pezzi di coccio di vento vecchio.
E tutte le rose verrebbero al pettine.

Altrimenti, dicevo, crollerebbe tutto,
come polvere che alla polvere ritorna
restando invisibile e trasparente
Come qualcosa che non ingombra.
Che non c’è mai stata.
Per questo, è soltanto in assenza di vento
o di pioggia
o di ogni altra diavoleria del cielo,
che vado.

Spesso guardando altrove.
Spesso, altrove.